12/10/14 Marcia Tra i Boschi di Calcina
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Grande successo a Calcinaia.

1100 amatori del chilometraggio boschivo, ha sfidato le previste piogge, divertendosi perfino con campi arati pieni di mota e pietre storiche.

Dolci ristori, e candide fanciulle, hanno permesso a qualcuno di fare un altro giro lungo...

Ridatemi le scarpe... by Daniele Fedi
Loris e la (quasi) EcoMaratona di Calcinaia by Loris Neri

Loris e la (quasi) EcoMaratona di Calcinaia

Ci volevano le belle e toste ragazze del volley a tirarmi su dopo le polemiche di Juve-Roma.

Ma finitela una volta per tutte, che ricevete più rigori e regali voi -bilanisti, prescritti intertristi, napolicani, rosiconi romanisti- e le mie non sono offese, in quanto da una vita mi date del Gobbo(accio), e mi ricorderò per sempre di quelle scritte fucecchiesi: 39 gobbi in meno, quando molti di loro avevano amici in quello stadio maledetto.

Guardare un altro sport pulito, fresco e per di più con atlete concentrate, sorridenti e supportate da tutti, è stato come un liberatutti in un nascondino tra bambini.

Quindi mi sono gasato e con lo stesso spirito, che poi è lo stesso di tutte le domeniche, mi voglio dedicare ad una grande mattinata corsaiola. Venissero giù fulmini, saette e Alì Babà con i quaranta ladroni.

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La mia storia si ripete, perchè ottobre è mese di duro allenamento.

Ci sono le maratone toscane, e la prescelta è quella di Firenze.

Se l'anno scorso ero un outsider, tra un mesetto devo migliorarmi (!) anche perchè ho un collega a cui tenere botta.

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Per quanto mi riguarda la marcia di Calcinaia è una bella prova da affrontare,

Nel 2013 scelsi i due percorsi lunghi, e 35k totali mi passarono tutto sommato bene.

Anche perchè nella prima parte avevo la compagnia di Tommaso, e in due la strada sotto i piedi scrorre via meglio.

Oggi mi devo ripetere: quindi i 19k + i 15k + eventuale allungo per fare cifra.

Poche salite (sulla 19k a Montecalvoli ci sarà da sudare), buoni i sentieri, spero non siano resi problematici dalla pioggia serale.

Qualche buca e pietre di troppo, ma queste sono un classico delle Cerbaie.

Temperatura pensierosa, per la prevista pioggia.

Dunque mi metto in moto, emh auto, e gommo sulla provinciale.

Sperando di trovare qualcuno a sostenermi lungo il tracciato.

Peccato a non avere la macchina fotografica. Un lento serpentone colorato pare soffermarsi a lungo nel mezzo di un campo.

Dai strani movimenti che stanno facendo, assomigliano a marionette variopinte manovrate dall'alto.

In seguito ne scoprirò il motivo.

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Vengo accolto dal sorriso di Marco, gentilissimo come sempre. Merito anche suo per i miglioramenti nella manifestazione.

Mi streccio un poco, e lentamente mi avvio verso il Circolo Canottieri.

Uno sguardo all'Arno, imponente e tranquillo.

Primi chilometri sereni, e giungo al campo maledetto. Sembra che ci sia passato il diavolo col suo forcone.

Bucando così tanto il terreno, da renderlo simile a duecento metri di girone dantesco.

Una giovane ragazza mi mostra le sue scarpe ripiene di fango.

Alle mie non faccio caso. Il guaio è che ci dovrò ripassare una seconda volta.

Entro nel bosco, e nella via Vecchia Pistoiese.

Mi accolgono podisti nella ritornata e pietre dall'aria storica.

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Una Lisena dal braccio dolorante, pare una piovra colorata.

Mangia, beve, fotografa, parla, sorride, mentre le sue mani reggono infiniti oggetti.

O tiene un terzo braccio nascosto, oppure è davvero un aliena.

Primo ristoro con canestrello e acqua fresca.

Saluto, riparto e giungo a Santa Colomba.

Ho già caldo, e mi soffermo a bagnarmi con la fontanella davanti alla chiesa.

Scendo in via Tarantano, proseguo sopra un buon sentiero, e dopodichè entro nel bosco.

Occhio a tenere a mente della deviazione 15-19. Se sbaglio nel secondo passaggio, mi ritroverò la salita di via Valle, e mi resterà dura da affrontare un'altra volta.

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Prima via Valle, poi via Crinale, e oltrepasso Montecalvoli senza patemi.

Qualche chilometro di asfalto, ma alberi e nessuna macchina di passaggio, mi fanno sentire rilassato.

Riscendo nello sterrato, trovo il secondo ristoro, e un rubinetto per rinfrescarmi.

Una piccola Strada Bianca, mi offre una visuale da immortalare.

Peccato, niente digitale, e questo tratto mi resterà nel cuore solo attraverso gli occhi.

Rientro nel bosco. Quasi impervio, e trovo un fossato da superare.

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Tratti boschivi piacevoli, malgrado il disagio creato dalla pioggia di ieri.

Poteva andare peggio, forse un Dio Podista esiste.

Ed esitono pure gl iimbecilli, chiamamoli dispettosi.

Quello che girano frecce, o le tolgono, creando confusione.

A me ne è mancata una (ed i nastrini erano nascosti) prima del campo sportivo in località Poggio Tondo.

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Anche i pezzi di strada sono tranquilli, sembrano viottoli dove le auto non ci arrivano mai.

Il terzo ristoro è al Cigno Nero, un piccola oasi di pace, dove le gambe si dovrebbero fermare un pochino.

Ma non c'è tempo, e quello che rimane serve a riportarmi dentro al bosco, salendo quasi con velocità, mentre osservo il garmin durante questi ultimi chilometri.

Supero bene perfino le pietre della ritornata. saltellando come un grillo, cercando di evitarne il più possibile e sperando di non inciamparci sopra.

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Mi accorgo che ho ripreso le Spensierate dai percorsi più corti, riosservo il garmin, quasi con ossessione competitiva.

Ne avrò ragione, perchè chiudo in 1h57.24 con oltre due minuti in meno rispetto all'anno scorso.

Percorso uguale (18,640k) ma reso più lento da fango e buche. Media normotapascionistica di 6.18 m/km.

Arco Rosso superato, Marco che m'invita a ritirare il premio di gruppo, pastasciutta all'arrabbiata, qualche chiacchera con l'Antonia e la Stefania, e con le mani piene, quasi fossi una nuova Lisena, faccio rientro all'automobile.

Poso il tutto, prendo tra le mani il sacchettino con un mio mini ristoro programmato, e rincomincio a correre.

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Ripercorro l'argine dell'Arno, i sentieri, via del Tiglio e il sottoponte.

Mi ritrovo all'inizio del campo maledetto. "Forse il terreno sarà migliore, il caldo avrà fatto seccare un po' quella mota", mi dico mentre m'inzuppo sul terreno.

Alla facciazza dell'indurimento! Sto letteralmente affondando! Chi mi osserva da lontano penserà ad uno scemo che sta cercando il suicidio nelle sabbie mobili.

Stoppo il garmin, perchè questa difficoltà non era prevista. Prima potevo corricchiare, adesso mi pare d'essere una statua sopra un piedistallo.

Esco da quella melma, le scarpe peseranno 5/6 chili l'una, cerco di ripulirmele un po'.

Ho ancora molta strada da fare, non voglio sprecare energie e ulteriore fatica per questi sovrappesi.

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Oltrepasso la parte boschiva senza indugi.

Alla fontanella davanti alla chiesa è d'obbligo una sosta refrigerante.

In questo secondo giro non avrò l'aiuto dei ristori, ma l'acqua da bere e per idratarmi non devo farmela mancare.

A costo di strusciarmi nell'erba umida.

La temperatura è salita, l'umidità avanza, il sudore m'impregna la maglietta.

Scendo in via Tarantano, e dove non volevo sbagliare, commetto l'errore che mi sciuperà l'allungo.

Invece che per la 15, mi ritrovo sul sentiero del percorso lungo.

E in via Valle sembra che mi crolli il mondo addosso.

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C'è un sole che batte, da dove sia arrivato non l'ho capito. Ma c'è. Lo sento sulla testa calda, come una padella dove dentro soffrigge una cipolla.

La salita pare una fucilata. Un pallone da volley schiacciato da Valentina Diouf mi arriva dritto in petto, e tra le gambe.

Mi affloscio, mi fermo, dopo aver arrancato metri, ed essermi accorto che non potrò fare questa (e le prossime due) salita, correndo.

Ho perso la lucidità fisica e mentale, e dopo aver oltreppassato il centro di Montecalvoli, via Crinale con la sua lunga ascesa, circa 900 metri, ma adesso sembrano 15000, fatico a rimmettere in piedi un Loris podista.

Mangiucchio mezzo fruttino (il dolcetto che mi riporta ad essere un bambino), ma vorrei qualcosa di fresco e dissetante.

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Alterno gli sterrati ai viottoli di periferia, e le sensazioni sono diverse dal giro precedente.

Dove c'era il secondo ristoro mi fermo per godermi un rubinetto d'acqua fresca. Quasi una scarica elettrica.

Dopo Bosco Piccione, rientro sulla provinciale, e rimango indeciso se dirigermi subito verso Calcinaia percorrendo tutta la strada.

Passano diverse auto, e il ribrezzo per il traffico mi fa desistere da questo pensiero.

Discendo nella Strada del Bufalaio, continuando sul percorso dei 19k.

Subito un altro sentiero immerso nel bosco.

Qua dentro respiro bene e mi sento meglio, mi sto avvicinando ai 30k percorsi da stamani.

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Il muro è arrivato:

Dopo le salite di Montecalvoli, la temperatura che pare raggiungere quelle estive -ed ogni raggio di sole sembra una bastonata sulla testa-, le buche da oltrepassare assomigliano ai chiodi di un tappeto da fachiro, la mia andatura assume un passo da passeggino.

Non di chi lo porta, ma da chi c'è seduto sopra.

Vado così piano e lento che di podista mi è rimasto solo il vestiario.

E quando mi ritrovo sotto il sole, mi tolgo perfino la maglietta.

In quella redola di campo, prima di via Lendinaia, mi sembra di essere tornato nella grigliata d'Egitto fatta a La Serra.

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Passo all'interno del Cigno Nero, è ora di pranzo e si nota dalla molta gente ferma davanti, e dal profumo di cibo pronto.

Io zig zago tra quelle persone, e mi fiondo ad un (rubi)netto.

Scappo via (!) e risalgo nel bosco. Cammino, corro, corricchio.

Ogni passo sembra non finire mai. Guardo il garmin fino all'ossessione. "E' fermo?" I chilometri, i metri non aumentano più.

Dieci metri sembrano trecento.

Poi, poco dopo l'ingresso della via Vecchia Pistoiese, clicco sullo stop del gps e termino la mia corsa.

16,410k in 1h54.12 media molto calorosa di 6.58 m/km.

Camminando a torso nudo e sfinito più del previsto, raggiungo la macchina.

Portare il borsone nella vicina panchina, sembra uno sforzo disumano.

Ho fatto 35,050k in 3h51.36, ma mi sento sfatto quanto un podista dopo il Passatore.

Con la differenza che invece della notte ho trovato un'altra balorda giornata estiva.

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Loris Neri . Podistica Galleno