03/08/17 Trofeo della Sagra

In ogni sagra c'è una corsa da fare e il caldo bollente non ferma nemmeno gli imperterriti viandanti della via Francigena.

Piccolo anticipo della Scarpinata delle Cerbaie di settembre...

Viandanti e commensali a Galleno by Loris Neri

Viandanti e commensali a Galleno

Esiste un pianeta che pare non fermarsi mai. Tutti i giorni gira come una trottola e sia che faccia freddo o caldo questo pianeta continua a muoversi: il suo nome è Podismo. Per osservarlo non occorre il telescopio, e neanche un cannocchiale, basta allungare lo sguardo di là dal proprio naso. Perché sopra ogni superficie adatta a muovere le gambe, poco più lunga che cinquanta metri, c'è sempre qualcuno che corre. O che cammina.

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Ero entrato nella zona del campo sportivo di Galleno alle 18.30 d'asfissiante 4 agosto, durante il periodo della Sagra della Bistecca, e avevo trovato alcune centinaia di persone vestite con colori sgargianti e sorridenti come i bambini alla fiera. Era qualcosa d'incredibile e succedeva solo sul pianeta Podismo.

Pareva di bollire, di evaporare come l'acqua gettata sopra una piastra arroventata, ma tutti sembravano contenti d'iniziare.

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Avevo salutato tantissima gente, che per colpa mia, ormai incontro raramente. Lo sanno anche i sassi che sono sparito dal gruppo e ho tralasciato le corse podistiche.

Il selciato della via Francigena non ne può più di vedermi correre su e giù; il Parco Robinson è stufo di vedermi scorrazzare dentro i suoi boschi. Le Cerbaie sono stanche di guardarmi sgambettare sopra i suoi sentieri.

Oggi mi ero presentato davanti al tendone della sagra. Ero pronto a dare una mano, e accogliere i viandanti sportivi della via Francigena con il giusto rispetto e il sorriso preparato.

Mi ero messo a parlare con Luca, con Renzo e Antonio, poi ero risalito in sella alla mia bicicletta da montagna (ah, gran bella lingua l'italiano), mentre i nuovi viandanti stavano partendo nella direzione opposta alla mia.

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Già, i viandanti della via Francigena. Li chiamerò con questo nome, perché mi piace quest’appellativo, che si addice benissimo alle gambe che percorrono un viaggio.

Il mio impegno era quello d'invitare i viandanti a usare il passaggio lungo i paletti protettivi della provinciale Romana.

Mi sentivo come quegli addetti, che durante le tappe del Giro d'Italia, si sbracciavano con le bandierine rosse e il giubbino giallo fluorescente per segnalare un ostacolo imminente: un cartello stradale, un lampione, uno spartitraffico.

Lavoro che mi permetteva di fotografare i viandanti d'oggi, di sorridere, d'incitare e di salutare. Anche perché questa zona ormai mi apparteneva, ed era come osservare un evento sportivo rimanendo ad applaudire dal balcone di casa.

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Ero rimasto un po' sorpreso, ma contento, perché, nonostante la mia lontananza dalle corse podistiche, molti viandanti non mi avevano dimenticato.

Peccato che tutto sia durato poco. Sarei tornato stanotte stessa a vedere se sarebbe passato ancora qualcuno.

Alle venti e tre quarti stavano passando gli ultimi partecipanti.

I viandanti d'oggi erano circa trecentoventi, un po' meno rispetto agli anni passati.

Per me era giunto il tempo di ritornare al campo sportivo e chiudere così un altro piacevole pomeriggio viandante, osservando i commensali seduti davanti alle loro tavolate, come quelle che facevano ai tempi dei Romani.

Loris Neri