23/10/16 8^ Lucca marathon

La maratona vista con gli occhi del giudice (e della macchina fotografica).

Oggi,( domenica ) così come scritto sabato scorso si è rinnovato il sodalizio della città di Lucca con la sua maratona, sodalizio che però.....

8^ Lucca marathon by Claudio Landucci

8^ Lucca marathon

La maratona vista con gli occhi del giudice (e della macchina fotografica).

Oggi,( domenica ) così come scritto sabato scorso si è rinnovato il sodalizio della città di Lucca con la sua maratona, sodalizio che però non è stato ben gradito dagli automobilisti che proprio di trovarsi la strada sbarrata non ne vogliono per niente sapere, qualsiasi sia la manifestazione che impedisca loro di poter sfrecciare sulla strada.

Stamani niente corsa per me, infatti con una collega giudice ci rechiamo presso ponte San Pietro per il controllo dei passaggi al giro di boa che li vedrà transitare una prima volta in direzione Nozzano e poi il ritorno per immettersi sulla strada Sarzanese per gli unltimi 5 km di gara.

Insieme a noi che non dovremmo fare servizio corsa sono due addetti dell' organizzazione, rimasti poi in uno per allontamento di un componente in altro luogo ed una pattuglia della guardia di Finanza.

La strada è pressoche deserta, verso le dieci e quindici transita il furgone inizio gara e gli animi si fanno trafelati, ci siamo, prontamente l' apparato del controllo traffico si mette in allerta, macchina messa di traverso la carreggiata per impedire il transito veicolare ma è un falso allarme, la macchina apripista è transitata con largo anticipo e allora si riapre la strada, pochi attimi che però danno già l' idea a cosa andremmo incontro.

Finalmente ci siamo, la macchina dei cronometristi ci si para innanzi ( troppo distante dagli atleti) il cronometro segna un ora e tretatre minuti, il primo a transitare è il pettorale numero uno seguito poco distante dal numero due poi il vuoto, tra un passaggio degli atleti e l' altro la strada viene riaperta per fare defluire le macchine, purtroppo anche nel senso di arrivo dei podisti.

Anche se gli agenti si premurano di fare smaltire le colonne che cominciano a formarsi, questo non serve a calmare gli animi di chi accampa le più svariate scuse inveendo contro gli addetti stessi, la situazione degenera poi dalle undici in poi allorche i podisti sono più raggruppati, a poco serve un ulteriore rinforzo di una pattuglia dei vigili urbani, anzi per questi la premura è lo smaltimento delle colonne di automobili tantè che i malcapitati podisti sono loro malgrado costretti allo scansare auto che se pur ferme non lo sono dove dovrebbero.

Verso mezzogiorno il caos chi è sulla via del ritorno si vede superare sulla sinistra da chi non volendo stare in coda invade la corsia birillata destinata agli atleti che ancora devono andare verso Nozzano salvo poi reimmettersi nella corsia di loro pertinenza ( ma non dovrebbero stare lì ) stringendo all' alt degli addetti al traffico gli sventurati che non trovano un buco dove passare, ad una mia osservazione in tal senso ai vigili vengo preso a male parole e che non devo insegnare loro come si dirige il traffico, e io che credevo fossero lì per agevolare il passaggio degli atleti.

Siamo alle ore tredici, passa il furgone del fine corsa e tanto basta per riaprire la strada verso Nozzano cosicchè chi ancora deve farsi otto Km si vedrà le macchine arrivare da dietro e dal davanti.

A conti fatti non sò se il nuovo percorso abbia inciso più o meno del vecchio sulla viabilità sinceramente trovo una totale mancanza di cultura sportiva da parte di chi si vede suo malgrado costretto a lunghe ed estenuanti deviazioni per raggiungere la loro meta e saoprattutto da parte dei vigili urbani una mancanza di preparazione a questo tipo di gare, non si possono fermare le automobili proprio a ridosso degli incroci se non nel mezzo impedendo di fatto il normale transito dei maratoneti, invitare questi ultimi ad attraversare in fretta la strada e portarsi sul lato sinistro del ponte San Pietro facendo conteporaneamente proseguire il cammino delle auto vetture.

Questo ciò che ho potuto vedere e sentire da parte di chi vedendo nella nostra uniforme il simbolo della legalità della corsa si domandava come fosse possibile fare una maratona in queste condizioni.

Sono sicuro che comunque una volta tagliato il traguardo la maggior parte dei maratoneti sia stato comunque contenta di averla portata a termine e magari il rammarico, l' ansia della gara abbia lasciato spazio a commenti positivi sul nuovo tracciato.