Gennaio 2004
Questo mese ci viene segnalata da Ale Matteucci una poesia di Elpidio Jenco
che pubblichiamo. Alessandro ci dice "in questa poesia, ricavata da "La
Sirenetta" antologia degli anni 50/60, mi pareva di ritrovarci quello
spirito "mattutino" che credo ci accomuni un po' tutti noi, pazzi podisti
della domenica che anziche' rimanere nel caldo delle coperte ci alziamo di
buon ora per correre, immersi nella natura, inebriati e partecipi del suo
risveglio".
Chi volesse recuperare informazioni su Elpidio Jenco consigliamo di vedere
qui.
Elpidio Jenco tratto da "La Sirenetta"
Mattuttino
Con la novella gioia dei redi
liberati alla pastura,
oggi i colli affondano i piedi
in prati di chiara frescura.
Cadenze d'azzurri massicci
da ritmi di vette ondulati
fanno argine alle stese dei grani primaticci
di danze di greppi incantati.
Un rigo di suono, una vena
come un flauto che s'ombra e riluce,
tutti grazia nell'aria serena
quei cori di monte conduce.
M'ascolto: che il magico sprillo
di musiche d'acque cangianti
che regge la larga armonia,
l'ho dentro, lo sento: è il tuo trillo,
divin rusignolo che canti
nella selva dell'anima mia !
(Da Marsilvana, Siena, Maia).
METRO: Versi liberi con vario intreccio di rime.
Aurora musis amica.
Le ore del mattino hanno l'oro in bocca.
Non per nulla il proverbio avverte: la mattina al monte, la sera al fonte.
Si, ragazzi, la mattina è bella, la mattina è pura.
Tra i doni che ci offre ce n'è uno inestimabile ed è nel renderci l'anima
senza un'ombra.
L'ombra, anzi le ombre verranno dopo; ma per queste c'è il fonte.
|